Social Media Marketing perché è importante per le startup

Il 2013 è stato l’anno delle startup italiane e del Social Media Marketing.
Si conta che ne siano nate più di 1200, a conferma del fatto che il tessuto economico del nostro Paese è ben lungi dall’essere sfiancato dalla crisi.
Avviare una nuova attività non è impossibile, ma richiede impegno e soprattutto l’adozione degli strumenti giusti per portare alla ribalta il nuovo marchio.

Nella società multimediale in cui viviamo, i tradizionali strumenti di promozione non sono più sufficienti: non solo il mercato globale moltiplica la concorrenza e quindi la difficoltà di emergere e mantenersi sul mercato, ma la “percezione degli utenti” è oggi mediata dall’uso delle nuove tecnologie, grazie alle quali essi, da meri consumatori e percettori delle attività promozionali del brand, sono diventati protagonisti, insieme all’azienda, della costruzione della reputazione della stessa.

Ecco allora che per una startup diventa fondamentale approcciarsi nel modo corretto al mercato: dialogare con il proprio pubblico, coinvolgerlo direttamente nelle proprie iniziative ed instaurare con esso un dialogo, mirato ad ascoltarne realmente le esigenze.
Insomma, come affermano Sawhney e Kotler nel noto saggio “Marketing in the age of information democracy”, le aziende devono trasformarsi da “cacciatori” alla perenne ricerca di nuovi clienti, a “giardinieri”, in grado di coltivare la relazione con i propri utenti e amici.

Una buona digital strategy consta di almeno quattro fasi.

Social Media Marketing – Le 4 fasi

FASE 1 – ANALISI 
Per approntare le azioni necessarie è fondamentale conoscere il mercato di riferimento: imparare a individuare i propri punti deboli e i punti di forza.
A tale proposito diventano preziose le indagini relative ai concorrenti diretti e indiretti e le ricerche volte alla definizione dello scenario di riferimento.
Una compiuta analisi del proprio segmento di mercato è la base per il successo: ad essa si devono rivolgere tutte le ricerche, con il coinvolgimento dell’audit interno ed un occhio di riguardo alle relazioni con il pubblico, con speciale riferimento alle conversazioni online con i propri clienti, che possono offrire utilissimi spunti d’analisi.

FASE 2 – PIANIFICAZIONE
I dati ottenuti nella fase precedente sono alla base della definizione e programmazione dei successivi interventi: l’individuazione degli stackeholder e dei propri obiettivi strategici, nonché dei piani di business, dai quali partire per enucleare le azioni da compire.
Una attenzione particolare deve chiaramente essere rivolta al proprio posizionamento digitale, intendendosi con questa espressione, l’adozione delle politiche di SEO e SEM necessarie a conquistare visibilità e mantenerla.

FASE 3 – IMPLEMENTAZIONE
Ad una buona programmazione deve seguire la messa in pratica del processo operativo conseguente.
Il lancio dei prodotti, deve oggi fare i conti con i canali digitali ed anzi individuare in essi il migliore e più potente veicolo per il brand.
La scelta tra l’e-commerce o la mera comunicazione web, deve essere improntata al raggiungimento del proprio target di riferimento.
In tale ottica andranno predisposte le attività di promozione e comunicazione tradizionalmente ritenute di supporto, ma aventi oggi un ruolo tutt’altro che marginale: grazie alle app per dispositivi mobili, i social network e le community, il marketing moderno riesce ad ottenere risultati un tempo insperati.
Molte note aziende, ad esempio, utilizzano quale canale comunicativo di supporto, un blog aziendale, opportunamente collegato al sito web o all’e-commerce.

FASE 4 – IL CONTROLLO
Misurare e verificare i risultati ottenuti e la loro tenuta è un passaggio delicato e prezioso per ogni azienda.
Se correttamente effettuato, il controllo permette di individuare le buone pratiche e correggere gli errori, per individuare nuove strategie integrative.
In quest’ottica si ricorre a strumenti informatici in grado di restituire ad esempio i dati di successo relativi al sito web aziendale: penetrazione, event tracking (ovvero la tendenza ad agire degli utenti), frequency (cioè il numero di visite effettuate in un arco temporale definito).

Chiaro, lineare ed efficace: così appare il digital marketing.
Ma attenzione alla inesperienza e al fai da te. Ogni singola fase richiede specifiche conoscenze, arricchite da una buona esperienza.
Solo se correttamente predisposte ed eseguite, possono guidare l’azienda verso il successo, invogliare il ritorno del cliente, fidelizzarlo, favorire la circolazione virale del marchio e in definitiva generare valore.

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